SCIENZA E RICERCA

Il vulcano che non dorme mai: la ricerca su Stromboli

Continua a far parlare di sé Stromboli, uno dei vulcani più attivi del mondo. Il vulcano, che presta il suo nome all’isola in cui sorge, a nord della Sicilia, è caratterizzato da esplosioni giornaliere di modesta entità, ma quella del 3 luglio scorso è stato molto più potente rispetto alla sua normale attività. Il parossismo ha anche distrutto alcune telecamere termiche e altri strumenti usati per il monitoraggio continuo dell’attività, che dovranno essere ripristinati.

Questo tipo di eventi così violenti sono molto rari per Stromboli: negli ultimi vent’anni ci sono stati solo altri due episodi simili, ma con alcune profonde differenze. Nel 2003 e nel 2007 il vulcano ha emesso alcuni segnali precursori con un anticipo di giorni e mesi (nel caso del 2007), mentre nel recente parossismo i segnali sono arrivati con un anticipo di alcuni minuti.

 

Riprese e montaggio di Elisa Speronello, contributi di Valeria Cigala

Stromboli è costantemente monitorato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dall’università di Firenze, ed è sede di ricerca da parte di molti atenei italiani, europei e internazionali, come l’università di Berlino, di Monaco e di altri atenei d’oltreoceano. La raccolta di dati e osservazioni sull’attività ordinaria di Stromboli è importante per studiare il comportamento dei vulcani attivi e per poter prevedere anche le eruzioni con maggiore energia, pericolose per abitanti e turisti.

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