SOCIETÀ

Spray al peperoncino: che cos'è e chi può usarlo

Il tragico evento accaduto nel locale “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, in provincia di Ancona, ha nuovamente acceso il dibattito sull’utilizzo improprio di un’arma, lo spray al peperoncino, che troppo spesso non è considerata tale.

Mentre gli inquirenti stanno cercando di capire se il fuggi fuggi generale dal locale sia stato dovuto proprio all’utilizzo di questo oggetto, il dibattito pubblico si è concentrato più sulla persona che si sarebbe dovuta esibire sul palco del locale che sulle reali conseguenze che l’utilizzo dello spray, se confermato, ha causato. Non è la prima volta infatti che sentiamo parlare di utilizzo, volontario o no, dello spray urticante in luoghi pubblici, tra cui discoteche, club ma anche normali piazze, come accaduto in piazza San Carlo a Torino durante la sera della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid dello scorso anno.

Era il 3 giugno 2017 quando, una “semplice” spruzzata di questo spray, provocò panico nella folla, con conseguenze molto gravi che portarono alla morte di una donna ed al ferimento di 1526 persone.

Il prodotto che viene nebulizzato è un olio estratto dalla distillazione del peperoncino di Cayenna

Che cos’è

Lo spray urticante è di fatto un concentrato di peperoncino ed acqua. Il prodotto che viene nebulizzato è un olio estratto dalla distillazione del peperoncino di Cayenna.

Le linee guida sono state redatte direttamente dal Ministero dell’Interno con il decreto ministeriale 103 del 12 maggio 2011, in cui ha definito le "caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa che nebulizzano un principio attivo naturale a base di Oleoresin Capsicum e che non abbiano attitudine a recare offesa alla persona".

Dove si compra

La bomboletta venduta, per essere legale, non può superare i 20 ml di prodotto, non deve avere una gittata superiore ai 3 metri e la concentrazione di sostanza urticante non dev’essere superiore al 2,5%.

La vendita è liberalizzata quindi lo spray urticante si può trovare anche nelle comuni tabaccherie. La vendita inoltre è stata incoraggiata in Italia anche da testate giornalistiche o da forze politiche.

Il quotidiano Libero nell’ottobre del 2018 aveva messo in vendita, alla cifra di 43,50 € più il costo del quotidiano, una pistola al peperoncino, definendolo il “miglior strumento per l’autodifesa”. “Gli effetti dello sparo urticante - continua il giornale - mettono ko l'aggressore dai 45 ai 60 minuti”. Se però di aggressori non ne esistono ma nella stanza è pieno di ragazzi che ballano, gli effetti indiretti dell’uso dello spray urticante sono sotto gli occhi di tutti.

Secondo il quotidiano Il Tirreno inoltre, lo spray al peperoncino sarebbe stato anche regalato alle militanti leghiste durante dei gazebo nella piazza di Lucca nel novembre scorso.

Il miglior strumento per l’autodifesa Libero Quotidiano

Chi può usarlo

E’ il decreto ministeriale 103 del 12 maggio 2011 a dettare le linee guida per l’utilizzo degli spray urticanti che nebulizzano un principio attivo a base di Oleorisin Capsicum. Di fatto gli spray al peperoncino possono essere venduti a tutti, con un limite d’età minimo di 16 anni. Il prodotto stesso viene venduto a scopo di autodifesa.

Quanti se ne vendono

Il già citato decreto ha di fatto stabilito che lo spray urticante non può essere paragonato ad una normale arma da fuoco. Gli effetti sono indubbiamente diversi ma questa liberalizzazione ha portato a non avere numeri certi sul suo utilizzo. Potendolo comprare nelle tabaccherie, nei ferramenta o anche in internet e non avendo un limite massimo di detenzione di bombolette i numeri sono difficilmente reperibili.

Questa però è un’anomalia italiana. Secondo il mensile della Polizia di Stato, “Polizia Moderna”, in Belgio, Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda, Islanda, Norvegia, Olanda e Ungheria il gas Oleoresin capsicum è considerato un'arma, il cui il trasporto è consentito solo alla polizia.

Ci sono Stati, come la Finlandia e la Svezia in cui è considerato proprio un’arma da fuoco.

Reati in Italia

Ogni anno il 15 agosto il Ministero dell’Interno rilascia un report che affronta diverse tematiche. Oltre allo stato della migrazione ed oltre ad un approfondimento sulla lotta alla criminalità organizzata il dossier offre una panoramica sui reati in Italia.

 

In Italia dal 1 agosto 2017 al 31 luglio 2018, sono calati sia i delitti che le rapine, che gli omicidi, che i furti. I delitti, prendendo in considerazione lo stesso periodo dell’anno precedente, sono passati da 2.453.872 a 2.240.210, le rapine da 31.904 a 28.390 ed i furti da 1.302.636 a 1.189.499.

 

Anche a livello mondiale i dati parlano chiaro, avere più armi a disposizione per i normali cittadini non fa calare il numero di reati ma aumenta la probabilità di morti accidentali o di sparatorie di massa.

 

L'Italia, pur essendo la patria di uno dei più importanti produttori di armi da fuoco, sembra non essere tra i paesi in cui il possesso è maggiore. Dati ufficiali non esistono ma, secondo il sito indipendente Gunpolicy, sembra che nel 2017 in Italia ci fossero 8 milioni e 609 mila pistole "civili". Un dato che vedrebbe crescere il numero di pistole per 100 abitanti a 14,4, contro l'11,9 del 2015.

Per fare un confronto con paesi a noi limitrofi, la Germania ha quasi 26 milioni di armi, la Spagna 3 milioni e 400 mila, la Francia 12 milioni e 700 mila mentre l'intera Unione Europea vede circolare quasi 80 milioni di armi legali, escluse naturalmente quelle appartenenti alle forze dell'ordine.

Nel settembre scorso però in Italia è entrato in vigore il decreto legislativo 104, riguardante l'attuazione della Direttiva Europea sulle armi, che di fatto ha mutato alcune modalità con cui fare richiesta per il possesso del porto d’armi ed anche la tipologia di arma da fuoco che si può detenere.

 

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