Frida Kahlo: Diego nei miei pensieri (Autoritratto come Tehuana), 1943 olio su tela. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust Mexico, D.F.
Per la critica d’arte spagnola Victoria Combalía ci sono almeno tre Fride: innanzitutto il personaggio pubblico e l’attivista e politica, perennemente affamata di vita, poi la Frida Kahlo “altezzosa che inchioda lo sguardo sull’osservatore fino a ipnotizzarlo, impassibile e con il viso leggermente reclinato da un lato”. La terza è quella che, “senza mai trascurare la fierezza e il contegno, si presenta come una maschera di dolore; l’icona, ben presto convertitasi in simbolo della sofferenza delle donne, su cui si fonda l’interpretazione della sua pittura come una rivendicazione della condizione femminile”.
Mater dolorosa e allo stesso tempo madre tragicamente mancata, che con le caratteristiche acconciature e le folte sopracciglia è divenuta negli ultimi anni una delle icone più riconoscibili dell’arte contemporanea, al livello di personaggi come Van Gogh e Andy Warhol. Dei quali prende simbolicamente il posto al Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova in una bella mostra appena inaugurata.
Diego Rivera, Ritratto di Natasha Gelman, 1943 olio su tela. The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © Banco de México Diego Rivera Frida Kahlo Museums Trust Mexico, D.F.
Frida Kahlo e Diego Rivera porta a Padova i capolavori della pittura messicana accumulati negli anni dalla coppia di collezionisti Jacques e Natasha Gelman: non solo Frida quindi (presente in mostra con ben 23 opere) ma anche il marito Diego Rivera (9 dipinti), più David Alfaro Siqueiros, María Izquierdo, Rufino Tamayo e tanti altri. A emergere prepotentemente, come donna e soprattutto come artista, è però lei: Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón, nata il 6 luglio 1907 a Città del Messico da Matilde e da Carl Wilhelm “Guillermo” Kahlo, fotografo tedesco di origine ebraica.
Una storia segnata fin dall’inizio dalla sofferenza: a sei anni viene colpita dalla poliomielite, a 18 il suo corpo viene martoriato in un incidente stradale. Devastanti le conseguenze: undici fratture alla gamba destra, due al bacino e due alla schiena, inoltre il corrimano di ferro dell’autobus su cui viaggia le trapassa l’addome. Inizia così il suo calvario, che in tutta la vita la porterà a subire almeno trentanove operazioni, ma anche il suo percorso artistico.
Proprio mentre è bloccata a letto, infatti, la giovane Frida scopre la pittura: in lei il dolore fisico diventa non solo metafora di quello interiore ma anche strumento di conoscenza, il ‘terzo occhio’ che spesso raffigura nei suoi dipinti. “Non sono malata, sono rotta – dirà una volta –. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere”. Durante la convalescenza inizia inoltre la turbinosa storia d’amore con Diego Rivera, artista in quel momento affermato e soprattutto già sposato, che li porterà a formare una delle coppie artistiche più famose di sempre.
Per Frida “Diego è il secondo grande incidente della mia vita”, ma senza lui non può stare – si sposeranno addirittura due volte – come ci svela nelle sue stesse opere: nel famoso Diego nei miei pensieri (Autoritratto come Tehuana) del 1943, l’immagine del marito è addirittura incisa sulla fronte di Frida, mentre un copricapo tradizionale le contorna il viso come un sudario; ne L’amoroso abbraccio dell’universo sempre lei tiene in braccio un enigmatico Diego bambino (che pure ha vent’anni più di lei), abbracciata a sua volta dalle personificazioni della Terra e del cosmo.
Nickolas Muray Frida Kahlo on Bench #5, 1939 Carbon print, 45.5 x 36 cm The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and the Vergel Foundation © Nickolas Muray Photo Archives
La mostra, unica tappa italiana (e ultima in assoluto) di uno storico tour mondiale, è promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e organizzata da Vergel Foundation, MondoMostre e Skira in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL). A completare il percorso espositivo, curato da Daniela Ferretti, ci sono anche una nutrita sezione fotografica – con ritratti di Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch ed Edward Weston – e una, coloratissima, riservata a una magnifica selezione di costumi tradizionali messicani, così presenti e importanti nelle opere della coppia Rivera-Kahlo.
Ed è soprattutto il Messico, con la sua natura spettacolare e la sua gente, il vero protagonista di questa mostra. Un Messico iconico, forte, vivo, che nella parte centrale del ‘900 attrasse intellettuali, artisti, militanti, esuli e avventurieri dal Vecchio Continente: da Tina Modotti a Lev Trockij, entrambi amici e probabilmente amanti di Frida Kahlo. Terra di storia e di miti, di scontri violenti e di infinita dolcezza: l’unica ambientazione possibile per avventure umane e artistiche come quelle di Diego e di Frida.
Frida Kahlo Diego Rivera La collezione Gelman
Mostra a cura di Daniela Ferretti Padova, Centro Culturale Altinate | San Gaetano, Padova 14 Febbraio 2023 - 04 Giugno 2023