CULTURA

Emilio Rigatti, viaggiare lentamente

È una sfida continua, il viaggiare lento e lontano di Emilio Rigatti, ma non tanto per la spinta a superarsi come atleta: è il desiderio di varcare continuamente i confini piccoli e grandi, di guardare oltre, di vedere il mondo da una prospettiva diversa. Vive nel Nordest e lo interpreta così, come un luogo di confini. Confini da abitare, però; confini che tra Slovenia e Carso puoi attraversare senza nemmeno accorgerti: “I miei connazionali parlano italiano, bisiacco, friulano, sloveno, croato, tedesco, ma molti di quelli che parlano l’italiano non hanno, invece, il visto per entrare nel mio paese.”

Rigatti insegna lettere alla scuola media, e quando può fa lezione in bicicletta: i ragazzi pedalando si accorgono di cose che non vedono dai banchi di scuola, e soprattutto fanno tante, infinite domande. “Il prof” non sempre sa dare risposta, ma la può cercare, ipotizzare, può ragionarci su con gli studenti e allenare la loro capacità di pensare: il mondo è un libro infinito, è meno sicuro di un libro di testo ma molto più ricco, questo è il punto. Ed è un peccato muoversi in auto, arrivare pure in posti bellissimi, ma perdere per la strada mille particolari che si possono cogliere solo nei viaggi lenti. 

In bici, a piedi e in kayak si va piano e rimane lo spazio per gli incontri (“Chissà se ci arriverò a Zara. Ma intanto sono qui, a conversare con un marinaio sconosciuto in mezzo al mare.”). Spesso si viaggia soli, ma poi c’è molto da raccontare agli altri, come di ritorno dal viaggio in kayak scherzosamente intitolato Vado a prendere un caffè da mia mamma: “salgo in auto pieno d’immagini e parlantina, e dal silenzio dell’acqua passo allo sproloquio che durerà fino in Friuli”.

Una vera e propria filosofia di viaggio, che negli ultimi anni si sta diffondendo e cerca un’identità: in coda all’ormai famoso Slow Food, nasce infatti nel 2007 l’associazione italiana di Slow Tourism, per la promozione di un turismo capace di sostenere il diritto e il piacere di godere della natura, dei paesaggi, della cultura, della gastronomia, della storia e delle tradizioni. Slow Tourism invita a entrare nei luoghi per conoscerli, viverli, assaporarli, assimilarli e nello stesso tempo tutelarli in quanto ricchezza comune. Importante in questo senso il progetto Italia-Slovenia, nato per organizzare una rete Slow Tourism nell’area transfrontaliera dell’Alto adriatico e per strutturare prodotti turistici ecosostenibili. Proprio secondo l’invito del nostro viaggiatore e scrittore: “Chi va piano consuma poco, danneggia di meno e, se osserva, impara molto”.

Elisabetta Menegatti

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