SCIENZA E RICERCA
Stressati? Andate in biblioteca
In Gran Bretagna, se soffrite di problemi di ansia, stress, panico o depressione può accadere che il medico vi prescriva un buon libro e vi mandi in biblioteca piuttosto che in farmacia
Si è avviato, in queste settimane, il programma nazionale “Reading well books on prescription” (Bop), frutto di una collaborazione tra la Reading agency e la Society of chief librarians che vede uniti medici e bibliotecari. Come funziona? Il progetto mette a disposizione in quasi 130 biblioteche pubbliche dell’Inghilterra un catalogo di 30 libri di “auto-aiuto” raccomandati da specialisti nel settore delle malattie mentali.
Si tratta di libri che offrono al paziente strumenti per conoscere più a fondo la patologia di cui soffrono e imparare a gestirla, “prescritti” come parte integrante di una terapia cognitivo-comportamentale. L’iniziativa si colloca nell’ambito delle linee guida del National institute for health and clinical evidence che raccomandano proprio questo tipo di approccio come primo passo nel trattamento di disturbi come depressione, ansia e fobie. Del resto, le prove scientifiche sull’utilità dei libri di auto-aiuto non mancano. Tra gli ultimi in ordine di tempo un articolo pubblicato quest’anno sul Journal Plos One che raccomanda la lettura guidata di questi volumi nel trattamento della depressione.
Paul Blenkiron, psichiatra e membro del gruppo di esperti del Bop, dichiara al Yorkshire Evening Post che l’iniziativa non mira a ridurre il numero di pazienti in trattamento né tantomeno a sostituirsi alla terapia, ma a offrire un valido strumento di supporto. Il malato può cominciare a leggere i libri consigliati in attesa della visita specialistica, o essere sostenuto dal proprio psicologo o psichiatra nel farlo.
La visita a una biblioteca, sostiene Debbie Hicks coordinatrice della ricerca alla Reading agency, può essere il primo passo per molti, soprattutto se si tiene conto che su sei milioni di persone che soffrono di ansia e depressione in Inghilterra quattro milioni e mezzo non sono in cura. La lettura e le biblioteche, dunque, possono realmente fare la differenza nella vita delle persone e di qui l’importanza della collaborazione con i sistemi di salute pubblica.
Tra i titoli a disposizione, suddivisi per patologia, troviamo Mind over mood: change how you feel by changing the way you think utile per chi soffre di depressione, Manage your stress for a happier life in caso di stress, e per chi ha attacchi di panico Panic attacks: what they are, why they happen and what you can do about them. E sul sito della Reading agency le risorse non mancano, dai moduli di prescrizione per i medici all’illustrazione del progetto, da una breve descrizione dei testi per i pazienti alla possibilità di consultarne la disponibilità online, fino a indicazioni anche per gli editori.
Nel Regno Unito il Bop non è tuttavia una novità. A fare da apripista nel 2003 fu lo psicologo Neil Frude che introdusse un progetto simile a Cardiff, esteso poi al Galles nel 2005. “È stata una semplice idea – dice Frude in un’intervista al Guardian – i medici già c’erano, i libri anche e così pure le biblioteche: c’era solo bisogno di creare la rete”. Danimarca e Nuova Zelanda stanno percorrendo la stessa strada. In Galles vengono prestati ogni anno circa 30.000 libri di auto-aiuto e tra i volumi più richiesti tre su dieci sono di questo genere.
Il programma promosso dalla Reading agency si colloca accanto ad altri che vedono nella lettura un importante strumento di benessere e socializzazione, dunque con una funzione pubblica non trascurabile. Tra queste, Mood boosting books che consiglia racconti e poesie per sollevare l’umore o Reading groups for everyone che incoraggia a formare dei gruppi di lettura.
Il progetto ha il sostegno del Royal colleges of general practitioners, nursing and psychiatrists, del Department of health attraverso uno specifico programma, Improving access to psychological therapies programme (Iapt), del British association for behavioural and cognitive psychotherapies, e del British psychological society and mind.
Monica Panetto