SCIENZA E RICERCA

Guerra ai vaccini: vincono solo i virus

La notizia è di pochi giorni fa: una bambina di quattro anni è morta a Roma, dopo mesi di agonia, in seguito a una encefalite dovuta alle complicanze del morbillo. Una morte che, secondo i medici, avrebbe potuto essere evitata con una semplice vaccinazione pediatrica. “Ci sono così tante assurdità in questa storia... I genitori, entrambi medici; uno stato che mi obbliga a indossare la cintura di sicurezza ma non a vaccinare i miei figli, mettendo tra l'altro a rischio la salute della collettività. Oltre alla chiara incapacità di noi ricercatori di comunicare l'importanza e la sicurezza delle vaccinazioni...”. È turbata Antonella Viola, ricercatrice e docente di immunologia a Padova, oltre che ‘cervello di ritorno’ in seguito all’attribuzione di un prestigioso riconoscimento internazionale.

È solo di qualche settimana fa la notizia di una mini epidemia di morbillo negli Stati Uniti, sempre a causa delle mancate vaccinazioni. Per non parlare della falsa notizia – smentita in tutti i modi, ma sempre pronta a fare capolino – di una relazione tra vaccini e autismo, che spinge sempre più genitori a non immunizzare i loro figli. Negli ultimi anni contro i vaccini infantili, considerati una volta tra le maggiori conquiste della medicina, si è scatenata una vera e propria campagna con tanto di movimenti, siti internet e guru che puntano il dito contro la loro presunta dannosità e gli interessi delle compagnie farmaceutiche. 

A questo riguardo Viola vuole subito fare una precisazione: “Non lavoro né ho mai lavorato per un’azienda farmaceutica o per una qualsiasi azienda privata, inoltre i miei studi non sono mai stati finanziati da case farmaceutiche. Detto questo, è normale che dietro i vaccini ci siano interessi economici, poiché le aziende farmaceutiche non sono delle fondazioni di beneficenza. È  però paradossale che chi le accusa per il guadagno legato a farmaci e vaccini – per lo sviluppo dei quali servono anni di duro lavoro, controlli, esperimenti e centinaia di milioni di euro – spesso sia poi così aperto all'omeopatia, che è invece una vera e propria truffa! Lì sì che le aziende vendono a costi elevatissimi acqua o comunque sostanze mai testate secondo le norme richieste per un vero farmaco o per un vaccino”. La scienziata non è l’unica a pensarla così: è notizia recente che, da ultimo, anche l’australiano National Health and Medical Research Council ha affermato che non c'è alcuna prova scientifica degli effetti benefici dei farmaci omeopatici, avvertendo anzi sulla pericolosità dell'affidarsi a tali rimedi.

Vaccinarsi è comunque davvero così pericoloso? “Niente affatto; è invece molto pericoloso non vaccinarsi o non vaccinare i propri figli. Prima di arrivare ai pazienti ogni possibile vaccino viene studiato per anni, e solo se supera tutti i test e si dimostra efficace e innocuo viene somministrato alla popolazione. Gli studi recenti hanno persino analizzato l’effetto dei vaccini sulle donne in gravidanza, e anche in questo caso non sono stati riscontrati effetti collaterali, né sulle donne né sui neonati. Naturalmente prima di vaccinare un bambino bisogna accertarsi di eventuali allergie e patologie, oltre che del suo stato di salute generale. Una volta fatto questo si può comunque stare tranquilli”.

Uno degli argomenti contro i vaccini è la presenza nelle soluzioni iniettate di elementi tossici, come ad esempio il mercurio. “Paracelso, grande medico e scienziato del Rinascimento, disse che ‘ogni cosa è veleno, non esiste cosa che non lo sia. Solo la dose fa sì che una sostanza non sia veleno’ – risponde Antonella Viola –. Nei vaccini ci sono diverse sostanze che a dosi elevate sono tossiche, ma questo è vero per quasi ogni sostanza che ingeriamo, con cui veniamo a contatto, così come per i farmaci che prendiamo abitualmente”.

Qualche esempio concreto? “La formaldeide, che in alcuni casi si usa per inattivare i virus in laboratorio. Nel prodotto finito possono rimanerne delle tracce, ma quello che spesso non si dice è che essa è già presente naturalmente nel sangue, con una concentrazione pari a 2,5 microgrammi per millilitro. La quantità somministrata sarà quindi almeno 10 volte inferiore a quella presente nel corpo di un bambino.”. E per quanto riguarda il famigerato mercurio? “Si tratta in realtà di etilmercurio: era usato come conservante, ma oggi non è più presente nei vaccini pediatrici. Gli studi hanno dimostrato che non era tossico, ma è stato comunque eliminato a scopo precauzionale”. Perché allora alcuni sedicenti studiosi o medici continuano a parlare di sostanze nocive nei vaccini? “È davvero criminale che persone che dovrebbero conoscere la farmacologia usino questo argomento in modo strumentale: è come se io dicessi che non bisogna bere acqua perché dentro ci sono nitriti, piombo, cadmio e mercurio. È vero che ci sono o che possono esserci, ma a concentrazioni così basse da non essere un problema”.

Un altro argomento utilizzato è che la reazione a un vaccino rischia di essere uno shock per un organismo immaturo come quello di un bambino piccolo… “Ogni anno nel mondo muoiono 7 milioni di bambini sotto i 5 anni, la gran parte a causa di infezioni che potrebbero essere prevenute da vaccinazioni. I neonati non hanno un sistema immunitario così sviluppato da permettere loro di superare facilmente le infezioni; infatti non rispondono neanche così bene alle vaccinazioni, ed è per questo che ne servono diverse per riuscire ad avere una buona risposta immunitaria”. Allora non sarebbe meglio aspettare l'età adulta? “No, assolutamente. Le vaccinazioni non sono tossiche e aspettare non ne aumenta la sicurezza. Ogni ritardo rischia invece  di avere un prezzo molto alto. La pertosse per esempio, che nel lattante si manifesta con crisi di apnea ed  è quindi una malattia molto pericolosa specialmente nei primi mesi di vita, è associata ad un rischio di ospedalizzazione 10 volte più alto nei bambini mai vaccinati rispetto ai bambini parzialmente o completamente vaccinati”. 

Perché comunque vaccinare contro malattie non gravi, o debellate? A combattere le infezioni non bastano una migliore nutrizione, l’igiene e la profilassi? "Ci si vaccina per due motivi principali: per evitare le complicazioni di una particolare malattia e per debellare un patogeno dalla comunità. Le malattie ‘debellate’ sono il vaiolo, la poliomielite e la meningite, queste ultime due non ancora completamente scomparse ma molto ridotte. Ebbene, queste sono state eliminate solo grazie ai vaccini, come chiaramente mostrato dalla drammatica recente comparsa di nuovi casi di meningite causata dal calo di vaccinazioni. Vaccinare i propri figli è un dovere non solo nei loro confronti, ma anche nei confronti della collettività, perché solo attraverso un’azione collettiva potremo davvero debellare alcune pericolose malattie”.

Il problema allora è che la nostra società ha la memoria corta, e la scienza e la medicina rischiano di divenire vittime del loro stesso successo: “Abbiamo già dimenticato i morti per epatite B, che grazie alla vaccinazione non è più un problema, o le conseguenze della poliomelite. E i nuovi preoccupanti casi di morbillo e meningite, dovuti alla disinformazione e alla scellerata scelta di alcuni genitori di non vaccinare i propri figli, dimostrano chiaramente che il contenimento delle malattie infettive è dovuto principalmente alle vaccinazioni e non alle migliori condizioni igieniche o alimentari, che aiutano ma non sono sufficienti”.

Daniele Mont D’Arpizio

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