SCIENZA E RICERCA
Abbiamo la certezza che anche in Europa il cambiamento climatico influenza le alluvioni
Per la prima volta è stato dimostrato che in Europa il cambiamento climatico modifica l'entità degli eventi alluvionali. Si tratta di una ricerca a livello internazionale guidata dalla Vienna University of Technology, di cui l'università di Padova è partner. I risultati del progetto sono stati pubblicati sulla rivista Nature: il tema è di grande importanza visti gli ingenti danni provocati in tutto il mondo dai fiumi che inondano le pianure alluvionali, per cui è stimato un costo annuale di oltre 100 miliardi di dollari. Tuttavia, la misura in cui i cambiamenti climatici influiscono sulla gravità delle piene fluviali non è stata finora accertata e sembra che non esistano tendenze coerenti a livello globale.
Il Professor Günter Blöschl della Vienna University of Technology, esperto di piene fluviali, ha diretto lo studio internazionale di larga scala in cui sono stati coinvolti 35 gruppi di ricerca europei, tra i quali l’università di Padova con il gruppo di ricerca coordinato dal Professor Marco Borga, del dipartimento di Territorio e sistemi Agro-forestali. I risultati ottenuti dimostrano che i cambiamenti nell’entità delle piene alluvionali osservati negli ultimi decenni possono essere chiaramente attribuiti ai cambiamenti climatici, è però importante ricordare che il cambiamento del clima non ha lo stesso effetto ovunque. Gli eventi di piena stanno diventando sempre più intensi nell'Europa nord-occidentale, mentre l’entità delle alluvioni fluviali è generalmente diminuita nell'Europa meridionale e nell'Europa orientale, sebbene altri tipi di piene, come le piene improvvise, possano anche aumentare.
Il gruppo di ricerca, in uno studio precedente, aveva già osservato che i cambiamenti climatici stanno modificando la tempistica con cui le piene si verificano, nello specifico il periodo o il giorno dell’anno. Quindi, la domanda che ha guidato il nuovo studio come spiegato da Günter Blöschl, è stata: “Il clima che cambia ha anche un effetto sull'entità degli eventi alluvionali?”. Fino ad oggi i dati osservati non erano sufficienti per accertarne l’effetto su larga scala, cioè, in questo caso, in tutta Europa, dalla quale provengono i dati delle 3738 stazioni di misura di portate fluviali, per il periodo dal 1960 al 2010, analizzati dallo studio. In passato si era pensato a lungo che i cambiamenti climatici avessero un impatto sull'entità delle piene: “Un'atmosfera più calda può immagazzinare più acqua” afferma Günter Blöschl “Ma non è l'unico aspetto rilevante del fenomeno, i cambiamenti delle piene sono più complessi”.
Infatti, l’analisi dei dati osservati ha evidenziato tendenze differenti nelle diverse regioni d'Europa: nell'Europa centrale e nordoccidentale, tra Islanda e Austria, l’entità delle piene è in aumento a causa dell’aumento delle precipitazioni e dell’umidità del suolo. Nell'Europa meridionale, invece, i livelli di piena tendono a diminuire poiché i cambiamenti climatici si traducono in una riduzione delle precipitazioni e le temperature più elevate provocano una maggiore evaporazione dell'acqua dal suolo. Però, per i piccoli corsi d’acqua, le piene potrebbero anche diventare più severe a causa di una maggiore frequenza di temporali e di una differente gestione del territorio, ad esempio come conseguenza della deforestazione. Anche nell'Europa orientale, caratterizzata da un clima più continentale, le piene stanno diminuendo di entità, principalmente a causa delle temperature più elevate, che riducono lo spessore dello strato di neve durante la stagione invernale.
Le variazioni nelle portate di piena sono notevoli: vanno da una riduzione del 23% a un aumento dell'11% per decennio (rispetto alle medie di lungo termine). Se queste tendenze dovessero perdurare, in futuro si potrebbero attendere effetti importanti sul rischio d’alluvione in molte regioni dell'Europa. Dallo studio è emerso come in Italia l’entità delle alluvioni dei corsi d’acqua di dimensione medio-grande, fatta eccezione per l’arco alpino, si sia in media ridotta negli ultimi 50 anni, coerentemente con quanto è accaduto in tutti i paesi del Mediterraneo. Quindi la frequenza con cui si presentano fenomeni estremi di piena nei grandi corsi d’acqua italiani, in generale sembra essere diminuita. Però, a causa della mancanza di osservazioni, non è stato possibile accertare questo fenomeno sui corsi d'acqua più piccoli e sui tratti urbani dei corsi d'acqua, cioè quelli che si sono recentemente rivelati problematici. Si prevede, vista la loro sensibilità a piogge intense di breve durata, un quadro molto più complesso del rischio alluvionale come emerge dai trend degli eventi temporaleschi recentemente evidenziati dal Politecnico di Torino.
"Questa scoperta mostra come il cambiamento climatico influenza i fenomeni alluvionali in modo molto diverso sulle diverse regioni europee. In alcune zone l’entità delle piene aumenta, in altre (ad esempio l’Italia) diminuisce. Questa informazione ci permette di attrezzarci al meglio in previsione di cambiamenti futuri: le differenze che si manifestano da zona a zona necessitano di essere gestite con strategie di adattamento apposite. Questa ricerca focalizza l'attenzione su fenomeni alluvionali estesi sia nello spazio che nel tempo, mostrando come questi siano in diminuzione nell’Europa meridionale e in particolare in Italia. Tuttavia, esistono una serie di fenomeni alluvionali, noti come piene improvvise, che invece, parallelamente all'aumento della temperature e quindi al cambiamento climatico, stanno incrementando la loro importanza sia in numero di eventi che nella loro estensione. Le piene improvvise interessano in particolare l'Europa meridionale, e quindi l'Italia. Progressivamente, questo fenomeno sta interessando sempre di più anche l'Europa centrale e settentrionale. Ora, quindi, dovremmo concentrare la nostra attenzione anche su questi eventi, sia in termini di ricerca che di sviluppo di strumenti di gestione del rischio" afferma il Professor Marco Borga.