SOCIETÀ

Galileo e Gps: l'alleanza Europa-Usa nella navigazione satellitare

Secondo la Gsa (l'agenzia europea per il sistema globale di navigazione sagtellitare) circa il 7% del Pil europeo dipende dai sistemi di navigazione satellitare. Entro il 2030 il mercato globale basato su prodotti e servizi provenienti dalle tecnologie satellitari continuerà il suo trend di crescita fino a raggiungere i 250 miliardi di euro. Il settore spaziale ha dato lavoro in Europa a 231.000 persone e nel 2017 ha prodotto un fatturato che si aggira intorno ai 58 miliardi di euro (dai 53 ai 62, a seconda dei servizi inclusi nel censimento).

Le applicazioni delle tecnologie di navigazione satellitare sono motore di innovazione in settori chiave come il trasporto aereo, marittimo, ferroviario, su strada (fondamentale per lo svilupo delle smart cities), nello sviluppo di veicoli a guida autonoma, nel settore energetico, in quello delle telecomunicazioni, per monitorare emergenze ambientali, nei servizi finanziari (si pensi al trasferimento di dati in sicurezza), nell'agricoltura di precisione.

Per i prossimi 7 anni (2021 - 2027), la Strategia europea per lo spazio (Space Strategy for Europe) prevede di investire altri 16 miliardi di euro, circa cinque in più rispetto a quelli già investiti nel settennato precedente (2014 – 2020).

Al centro del piano spaziale europeo (di cui fanno parte anche i progetti Egnos e Copernicus) c'è Galileo, il sistema di satelliti europeo che dal 2016 ha iniziato a fornire servizi che fanno concorrenza al Gps (Global positioning system) americano. Ma proprio gli americani sono oggi i principali interlocutori dell'Europa per i progetti di navigazione satellitare. Il 18 e il 19 giugno a Padova si è tenuto un workshop internazionale sullo spazio, la navigazione satellitare e la sicurezza, NavSpace2019. Uno degli obiettivi dichiarati è quello di ragionare sullo sviluppo di sistemi capaci di ricevere congiuntamente i segnali Gps e i segnali di Galileo, per stringere un'alleanza europeo-statunitense nel segno della navigazione satellitare.

Molti chipset dei nostri smartphone ad esempio utilizzano già sistemi misti Gps-Galileo, per il posizionamento, la navigazione e la misurazione del tempo. Galileo però offrirà nel tempo servizi via via sempre più precisi rispetto al Gps. A differenza dei sistemi satellitari statunitensi (Gps), russi (Glonass) e cinesi (BeiDou), tutti nati come progetti militari, Galileo è infatti l'unico sistema satellitare destinato a scopi civili, e finanziato interamente dai fondi comunitari europei. L’uso civile impone standard di precisione molto elevati e non contempla interruzioni o limitazioni dei servizi legate a esigenze belliche di qualunque genere.

A luglio 2018 sono stati lanciati in orbita, con il razzo Arianne 5 decollato dalla Guyana francese, altri 4 satelliti di Galileo, dal 23esimo al 26esimo, raggiungendo così la quota prevista alla copertura dell'intero pianeta. Avviato ufficialmente nel 2003 (ma progettato molto prima), Galileo ha visto lanciare in orbita i suoi primi satelliti nel 2011, mentre nel 2020 è previsto il completamento della flotta che arriverà a contare 30 satelliti, orbitanti su 3 piani inclinati a circa 23.000 km di quota (Meo – Middle Earth Orbit).

Oltre agli standard di affidabilità dei servizi e di robustezza dei segnali, la sicurezza è al centro di questa terza edizione di NavSpace2019. Con il supporto di aziende quali Qascom, Spirent e Leonardo, in aula magna al Bo sono presenti ospiti d'eccellenza, tra i più importanti esponenti mondiali del settore: James J. Miller, vice-direttore per la navigazione e le comunicazioni spaziali della Nasa (Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche); Lisa Valencia, Project manager dell’Autonomous Flight Termination System, del Kennedy Space Center della Nasa; il Prof. Todd Walter, Direttore del Gps Lab della Stanford University, tra i massimi esperti al mondo nei sistemi di navigazione satellitari, che con il suo gruppo ha iniziato a sperimentare già a partire dagli anni '90 nel settore dell'aeronautica. E ancora Carlo Des Dorides, Direttore esecutivo di Gsa; Massimo Mercati, Responsabile dell’ufficio di Sicurezza dell’Esa (Agenzia spaziale europea); Matthias Petschke, Direttore dei programmi di navigazione satellitare della Commisione Europea; Flaviano Palazzi, Autorità Nazionale Responsabile per il Galileo Prs (Public regulated service), Presidenza del Consiglio dei Ministri; Alberto Tuozzi, Responsabile dell’unità telecomunicazioni e navigazione dell’Asi (Agenzia spaziale italiana); Go Takizava, Direttore esecutivo del programma di navigazione giapponese. A rappresentare l'università di Padova sarà presente al workshop il Prof. Paolo Villoresi, direttore del Quantum Future Lab, impegnato nella ricerca in sistemi di sicurezza (basati sulla crittografia quantistica) per la trasmissione e la ricezione di segnali satellitari.

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