CULTURA

Premio Galileo 2023. “Siamo tutti Greta” di Moraca e Palazzi tra i finalisti

“Credo che parlare ai bambini di questi temi sia fondamentale, perché loro sono il nostro futuro. Se ripenso al passato, a quando ho cominciato a manifestare per il cambiamento climatico, sono molte le persone che in pochi anni si sono unite alla mia voce… In fondo non sono mai stata sola, anche quando lo ero nel cortile dell’università. La mia voce si unisce a quelle di tutti i giovani che, in modo diverso, lottano per il nostro pianeta. Ora faremo in modo che l’eco di questa voce sia sempre più forte anche qui in Tagikistan”. Il Paese in cui vive Anisa Abibulloeva è uno dei più esposti al riscaldamento globale, ma le manifestazioni per l’ambiente sono ostacolate dal governo. Così la giovane attivista inizia a manifestare tra le mura del suo ateneo e per sensibilizzare i più piccoli scrive un libro, il primo dedicato a questi temi nello Stato in cui vive. La sua storia, insieme a molte altre, è raccolta nel volume Siamo tutti Greta. Le voci inascoltate del cambiamento climatico (Edizioni Dedalo 2022), scelto tra i cinque finalisti del Premio Galileo 2023

Quello proposto da Sara Moraca ed Elisa Palazzi, rispettivamente giornalista ambientale e climatologa, è un viaggio intorno al mondo che mette in evidenza come l’ambiente stia subendo vistose trasformazioni a causa della crisi climatica in atto. Il racconto accoglie le voci di chi risiede in luoghi particolarmente a rischio e le contestualizza nel novero delle attuali conoscenze scientifiche. L’idea è sorta quasi per caso, mentre Moraca riordinava le interviste realizzate nei molti territori visitati durante i suoi viaggi, dall’Alaska all’Uganda, dalle regioni dell’Asia alla Groenlandia. 

Le persone che aveva incontrato restituivano uno spaccato umano, rendevano tangibile la difficoltà di vivere in posti che cambiano a un ritmo sconvolgente, e costringono chi li abita a modificare talora sensibilmente le proprie abitudini. Quello raccolto era un “piccolo patrimonio di esperienze umane” che, secondo la biologa, avrebbe potuto essere prezioso per molti e che andava condiviso.  Per fornire rigore scientifico alla lettura viene coinvolta Palazzi la quale, partendo dalle storie raccolte, allarga lo sguardo sui luoghi che le ospitano e sugli effetti che i cambiamenti climatici hanno su quei luoghi.  Due i piani di lettura: da un lato la pagina scritta in cui le autrici descrivono ambienti e persone, riferiscono dati e ricerche, dall’altra la rete a cui la pagina rinvia attraverso QR Code per chi vuole approfondire.  

Il libro trasuda emozioni, stati d’animo, preoccupazioni, speranze di uomini e donne, di contadini, studiosi, leader politici, attivisti. Anisa Abibulloeva è solo una delle persone di cui raccontano Moraca e Palazzi, ma i nomi da citare sarebbero molti altri: da Sansa-Otim in Uganda, ricercatrice che contribuisce ad aumentare la rete di stazioni meteorologiche nel Corno d’Africa, a Ole Jørgen Davidsen, pescatore della Groenlandia; da Simon Kofe ministro degli Affari Esteri del governo di Tuvalu a Renu Adhikari, medico e fondatrice del Women’s Rehabilitation Centre in Nepal. A emergere sono i legami, stretti, di ognuno con il proprio territorio e le ripercussioni della crisi climatica sulla vita di tutti. La siccità, le tempeste, lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, la salinizzazione delle acque hanno conseguenze importanti non solo sull’ambiente ma, in alcune zone, sull’intero assetto socio-economico. 

A essere a rischio a volte sono le stesse radici culturali delle genti. Lo racconta Pearl Brower, ex rettrice dell’Ilisaġvik College, l’unica università tribale dell’Alaska: “Come popolo indigeno siamo sempre stati abituati alle lunghe migrazioni e a condizioni climatiche piuttosto estreme. Il cambiamento climatico, però, sta avendo un profondo impatto sui nostri usi e costumi: il nostro popolo ha da sempre un forte legame con le balene e quest’anno, per la prima volta, non abbiamo osservato alcun esemplare di balena franca della Groenlandia. Si tratta di animali che da sempre tornano qui ogni anno, durante le loro migrazioni”. Nelle terre artiche le temperature che caratterizzavano l’inizio di ottobre ora sono tipiche della fine di novembre, le nevicate stanno diminuendo e la pioggia è sempre più frequente. A causa del riscaldamento globale, i laghi nell’entroterra stanno scomparendo; le rive dei fiumi prive di ghiaccio vengono erose; i villaggi più vicini alla costa hanno dovuto retrocedere verso l’interno per le violente tempeste; hanno fatto la loro comparsa insetti per lo più sconosciuti agli abitanti. Il clima che cambia pone molte difficoltà a cui, secondo Brower, si può rispondere principalmente con la formazione di alto livello: solo in questo modo si potrà partecipare al dibattito internazionale su questi temi. 

Donne e uomini – concludono Moraca e Palazzi – sono al centro della crisi climatica in primo luogo perché, man mano che gli impatti del riscaldamento globale aumentano, milioni di persone affrontano sfide enormi per far fronte agli eventi estremi, agli effetti sulla salute, all’insicurezza alimentare e idrica. Ma anche perché le persone possono essere protagoniste nel percorso di contrasto al cambiamento climatico. Siamo tutti Greta nasce anche da questa consapevolezza”.

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