CULTURA

“Sulla fotografia e oltre”: storie di immagini e narrazioni artistiche

Sulla fotografia e oltre è una raccolta di saggi, articoli, recensioni di mostre e riflessioni sulla fotografia e i suoi più grandi interpreti a livello nazionale e internazionale. Si tratta di un discorso che Enrico Gusella, giornalista e critico delle arti, ha iniziato in un'opera nel 2014 e che ora riprende in una versione rivista e aggiornata pubblicata da Silvana editoriale.

Seguendo un percorso fatto di immagini, narrazioni e frammenti di storia della fotografia, Gusella accompagna il lettore alla scoperta dell'opera di alcuni grandi fotografi come Henri-Cartier Bresson, Robert Capa, Robert Doisneau, Vivian Maier, Steve McCurry e Gianni Berengo Gardin, e poi ancora Mimmo Jodice, Letizia Battaglia, Giovanni Chiaramonte, Franco Fontana, Italo Zannier e molti altri.

Il libro contiene articoli e saggi di vario genere che l'autore ha scritto per diversi quotidiani e riviste – come Repubblica, Il Sole 24 ore, l'Arena, il Giornale di Vicenza, WSI – Wall Street International Magazine – che sono stati organizzati in alcune sezioni: paesaggi, reportage, corpi, astrazioni, fotografia e letteratura, fotografia e società e collezionismo.

L'intervista completa a Enrico Gusella, autore de "Sulla fotografia e oltre", Silvana Editoriale 2020. Montaggio di Elisa Speronello

“Ho cercato di dare al libro una struttura narrativa, dividendolo per generi”, racconta l'autore a Il Bo Live. “Mi sembrava il modo migliore per venire incontro al diffuso interesse per la fotografia che c'è attualmente. Consideriamo, infatti, che oggigiorno tantissime persone fanno uso del mezzo fotografico come modo e motivo di espressione sia per scopi personali sia per documentare e comunicare”.

Il libro si apre con un'intervista del 1995 a uno dei fotografi più cari all'autore. Si tratta di Mimmo Jodice, fotografo napoletano che in occasione della sua mostra Tempo interiore, ospitata dal Salone del Palazzo della ragione di Padova e curata dallo stesso Gusella, parla del suo impegno per raccontare Napoli e i suoi abitanti mettendo in primo piano la storia, le tradizioni e la cultura della città.

Uno dei fil rouge che attraversano l'opera di Gusella, e specialmente la sezione paesaggi, è proprio l'attenzione al tema delle città, cioè al modo in cui i grandi fotografi raccontano gli spazi urbani, a cominciare naturalmente da Gabriele Basilico, il “fotografo delle città”.

Non c'è, naturalmente, un solo modo di raccontare le città: ogni fotografo rappresenta la complessità del territorio urbano e ne ricostruisce i significati usando linguaggi diversi e mai banali. Evidenziando le infinite possibilità che la dimensione urbana è in grado di suggerire a chi guarda il mondo attraverso un obiettivo, Gusella conduce il lettore alla scoperta della città di Venezia rappresentata da Elio Ciol, della Padova di Giovanni Umicini, ma anche di quelle “soglie urbane” geometriche e quotidiane di Luca Chistè, e della ricerca del visibile e dell'invisibile nel “corpo della città” di Vincenzo Castella.

“Il paesaggio, a cui è dedicato il primo capitolo del libro, è un bene culturale di cui tutti ci dobbiamo occupare e che riflette le problematiche interne al mondo e alle società. I paesaggi che ci circondano, che siano cittadini o meno, fanno parte della nostra vita: da questi attingiamo per la nostra sopravvivenza”, riflette Gusella.

“Nel capitolo corpi, è protagonista non solo il ritratto ma anche l'uso del corpo che si è fatto negli ultimi decenni attraverso la fotografia e le opere di molte artiste”, continua Gusella. “Un'altra sezione a cui ho voluto dedicare spazio è quella dedicata alle collezioni di alcune fondazioni culturali di privati e pubblici, a partire dalla Fondazione di Venezia che annovera un archivio straordinario come quello di Italo Zannier.

Nel capitolo “fotografia e società” (che insieme a “fotografia e letteratura” è stato aggiunto a questa nuova edizione del libro”, ndr) ho indagato il rapporto tra la fotografia e alcuni importanti fatti sociali avvenuti in quest'ultimo anno. In particolare, nella sezione dal titolo: “Estetiche del vuoto o il silenzio imperfetto: Le città all'epoca del coronavirus”, ho cercato di analizzare i volti dei paesaggi delle nostre città durante la pandemia, in una situazione in cui, a causa del disagio che stavamo vivendo, il vuoto delle città è diventato anche una sorta di vuoto interiore.

Insomma, con questa suddivisione ho cercato di offrire al lettore una visione abbastanza completa di un arcipelago fotografico molto vasto, fatta di frammenti e conoscenze provenienti da ambiti diversi”.

Come suggerisce il titolo dell'opera, leggendo Sulla fotografia e oltre si nota una grande attenzione al modo in cui la fotografia dialoga con altre discipline, artistiche e non, come l'architettura, il cinema, la letteratura, la musica e addirittura l'alta moda.

“Mi sembrava importante proporre una indagine non fossilizzata all'interno di un solo ambito di interesse, bensì estesa anche alla comprensione di altre forme d'arte, come quelle dello spettacolo, e allo studio del paesaggio e del nostro rapporto con gli oggetti che ci circondano e di cui fruiamo”, racconta Gusella. “Ognuno di noi, guardando una fotografia, può vedere qualcosa di diverso da ciò che vedono gli altri, perciò è interessante comprendere quali sono i meccanismi che entrano in gioco sia nella visione sia nella costruzione di un'immagine e quali gli strumenti che possiamo utilizzare per leggerla, così come leggiamo un testo. In questo senso, discipline come la linguistica, la semiotica, la psicologia della percezione e l'antropologia, oltre che conoscenze provenienti dalla storia dell'arte e della fotografia, ci aiutano a trovare diversi modi per interpretare un oggetto artistico”.

Tra i percorsi artistici intrecciati da Gusella ci sono alcuni grandi nomi all'interno della scena italiana e internazionale che ritornano più volte, come Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Mario Cresci ed Elio Ciol. “Ci sono autori che hanno fatto la storia della fotografia, ma anche quegli artisti “di seconda generazione” come Olivo Barbieri e Luca Campigotto, che propongono prospettive diverse e si discostano da chi li aveva preceduti”, continua Gusella. “Ognuno di loro ha una sua visione del mondo, della società e del paesaggio che influenza il suo lavoro. Ogni fotografo, quindi, ha un suo personale modo di costruire le immagini, un processo molto complesso che consiste nel selezionare e riprodurre una porzione della realtà”.

“Quando ci si approccia a un oggetto fotografico, quindi, è utile avere gli strumenti giusti per coglierne la complessità. È importante che gli studenti di fotografia sviluppino queste capacità e arricchiscano la loro visione del mondo. Con questo libro, che può essere letto anche per frammenti, ho cercato quindi di fornire alcuni degli strumenti necessari per approfondire una riflessione su come costruire un oggetto estetico e su come analizzarlo in maniera più organica, completa e dinamica”.

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