Il ponte di Rialto. Foto: Massimo Pistore
Quest'anno si festeggiano i 1600 anni dalla nascita di Venezia, che secondo la leggenda sarebbe stata fondata il 25 marzo 421. Questa data, in realtà, è solo una ricorrenza simbolica tratta da alcune storie leggendarie. Qual è allora il mito sull'origine di Venezia? E perché è legato a questa fatidica data del 421? Lo abbiamo chiesto al professor Stefano Gasparri, docente emerito di storia medievale dell'università Ca' Foscari.
L'intervista completa al professor Gasparri. Montaggio di Barbara Paknazar
“La leggenda è legata ad Attila, che diventa un personaggio mitico nelle storie delle città venete medievali. Alla cui disastrosa discesa è dovuto, come sappiamo, il saccheggio di Aquileia. Questa storia è estesa a Venezia per spiegare un avvenimento strano: la nascita di un centro urbano in un periodo in cui le città non godevano di buona salute. Il V secolo, infatti, è un periodo in cui tendevano a decadere. Si è cercato quindi di spiegare la nascita della città di Venezia con una storia violenta, e Attila era il personaggio adatto per costruirci intorno una leggenda.
Le tradizioni sempre costruiscono delle date precise: pensiamo al 21 aprile per la nascita di Roma. Secondo il mito, quindi, il 25 marzo 421 dei consoli padovani avrebbero guidato la popolazione, che fuggiva davanti ad Attila, sull'isola di Rialto, e lì avrebbero fondato il nucleo di Venezia. Contestualmente, tanti altri gruppi di persone, provenienti da altre città venete, si sarebbero trasferiti su altre isole, creando altri nuclei. La tradizione non poteva infatti negare che in laguna ci fossero altri centri abitati: Torcello, Malamocco, Eraclea (o Cittanova), Altino.
Per spigare questa pluralità di luoghi, si diceva che dei gruppi di popolazioni, seguendo i loro capi cittadini – i quali erano spesso vescovi o, nel caso di Padova, consoli – si sarebbero trasferiti nelle isole. In particolare, il gruppo di Padova era quello che si sarebbe rivelato “vincente”, perché le isole di Rialto, dove si era rifugiato, sono quelle che costituivano il primo nucleo di Venezia.
Il nome del centro urbano dove si trovano San Marco, il Palazzo ducale ecc, nel medioevo si chiamava infatti Civitas Rivoalti cioè “la città di Rialto”. Il termine Venetia si riferiva invece al ducato, che comprendeva tutta la laguna.
Naturalmente, questa storia non ha una vera base storica, perché la laguna è sempre stata abitata, anche se, progressivamente, la sua popolazione è aumentata.
La testimonianza più antica di questo mito si trova nel Chronicon Altinate, un testo molto stratificato che ha messo per la prima volta per iscritto questa leggenda, che poi è stata replicata in molte altre cronache (nel basso medioevo e in età moderna ne troviamo circa un centinaio). La prima cronaca in volgare, che è quella attribuita a Enrico Dandolo del 1300, riprende esattamente la stessa storia. Si trattava quindi di un mito, una leggenda, che la classe dirigente veneziana ha assorbito dentro di sé e quindi ha trasmesso quasi in maniera collettiva.
Esiste poi un altro mito – meno popolare, ma un po' più vicino alla realtà storica – che attribuisce invece la fuga verso le isole della laguna non all'arrivo di Attila, ma a quello dei Longobardi. Questa è la versione che è riportata nel più antico testo cronachistico veneziano: l'Historia Veneticorum di Giovanni Diacono”.
Qual è allora la reale importanza delle invasioni barbariche tra il 5 e il 6 secolo? In quegli anni i territori italiani ne subirono diverse, fino a quella dei Longobardi del 568. Quali furono le conseguenze di queste invasioni in area Veneta e in particolare in quella di Venezia?
“L'Italia del nord-est è sempre stata la porta dalla quale sono entrati gli invasori in Italia, perché le Alpi Giulie sono quelle più facili da superare”, spiega il professor Gasparri. “Gli ultimi barbari ad arrivare in Italia sono stati i Longobardi nel 568. La loro invasione è stata importante non per il motivo riportato nella leggenda, ma perché essi hanno occupato gran parte dell'Italia, fondando un regno che è durato due secoli. Hanno preso quello che restava in Italia dell'Impero romano d'oriente, quello bizantino. Non sono però riusciti a conquistare il Veneto più orientale e la laguna. Così si è formato un bastione militare bizantino sulla laguna, che si ristretto sempre di più sotto la spinta del regno longobardo.
Perciò, 200 anni dopo l'arrivo dei Longobardi, della grande area bizantina della Venetia era rimasta solo la laguna. È lì che si è costruito il vero nucleo cittadino nelle sue prime forme, con la comparsa di monumenti importanti, come il Palazzo Ducale, le chiese, San Marco e il Monastero di san Zaccaria. Questo avviene nei primi anni del IX secolo, e la data tradizionale in questo caso è il 811, cioè quando il primo doge di Venezia avrebbe scelto di trasferirsi a Rialto. Dopo pochi anni, nel 829, arrivarono le reliquie di San Marco, il cui culto sarebbe diventato un elemento identitario della città. La nascita della città vera e propria avviene quindi attorno a questo nucleo monumentale, non è certo un fenomeno che avviene da un momento all'altro, in seguito a qualche fuga”.
Piazza San Marco, Venezia. Foto: Massimo Pistore
Che ne è allora di questo nucleo monumentale durante i due secoli in cui i Longobardi sono in Italia, e dopo la caduta del loro regno?
“L'organizzazione era quella di un ducato, quindi era di tipo militare”, spiega il professor Gasparri. “Si trattava di un esarcato (dal nome del funzionario, chiamato esarca, che risiedeva a Ravenna e che ne era a capo) che faceva parte di quell'Italia rimasta bizantina.
Quando poi il regno longobardo viene conquistato da Carlo Magno, Venezia si trova in bilico tra due organizzazioni complesse: da una parte c'è Bisanzio, da cui teoricamente continua a dipendere, e dall'altra un nuovo impero forte e aggressivo. Questi anni difficili sono gli stessi in cui il doge trasferisce il potere a Rialto.
Dopo la pace tra i due imperi, quella di Aquisgrana nel 812, la città riesce a trovare un modus vivendi stabile: pur rimanendo nella sfera politica di Bisanzio, trova un accordo molto favorevole con l'impero dei Franchi a occidente.
Grazie a questa situazione di equilibrio, Venezia ha la possibilità di crescere dal punto di vista economico e commerciale.
A volte si pensa che Venezia nasca grazie al commercio, ma questo è vero fino a un certo punto. Venezia era piuttosto un luogo di resistenza militare che, trovandosi nella zona più favorevole in equilibrio tra due sfere politiche ed economiche, le sfrutta e riesce così ad espandere le sue attività commerciali nel corso del IX e X secolo. La fortuna di Venezia, in altre parole, è stata quella di rimanere in bilico tra l'impero orientale e quello occidentale, dopo che la fase barbarica era ormai alle spalle”.