Foto di Andrea Signori - Università di Padova
Una dichiarazione d’amore alla scienza, ma anche una chiamata a difenderla pubblicamente, illustrandone i meriti e soprattutto il metodo. Quello che Elena Cattaneo scrive nel suo ultimo libro, Armati di scienza (Raffaello Cortina Editore, 2021), non perde nemmeno occasione di ribadirlo in giro per l’Italia, quando glielo permettono gli impegni di scienziata e di senatrice a vita.
È successo anche con l’ultima Padua Freedom Lecture, nell’ambito del ciclo di incontri nato in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dell'università di Padova. Ancora una volta la biologa e farmacologa, nota a livello internazionale soprattutto per gli studi sulla malattia di Huntington, ha difeso con entusiasmo e una punta di commozione il valore della libertà nella scienza, intesa sia come assenza da vincoli e coercizioni che come possibilità di indagine pura e svincolata da specifici obiettivi.
Intervista di Daniele Mont D'Arpizio; montaggio di Elisa Speronello
Dalle onde gravitazionali all’entomologia, fino alle nuove rivoluzionarie prospettive nella medicina e nell’agricoltura, tutti secondo la senatrice-ricercatrice dovremmo essere consapevoli e anche grati per i progressi compiuti dalla scienza negli ultimi decenni. “La cosa appassionante non sono solamente i risultati in sé, enormi, ma il coraggio di osare – ha detto Cattaneo –, il fatto che i ricercatori riescano a immaginare delle domande e poi anche gli esperimenti per trovare le risposte. Penso ai fallimenti che devono affrontare, tanto più frequenti quanto più ci si avvicina ai confini della conoscenza, e mi dico che, se lo hanno loro, questo coraggio possiamo trovarlo anche noi”.
Cattaneo è profondamente convinta della dimensione etica del metodo scientifico, di come questo possa ‘contagiare’ positivamente la società con i valori della trasparenza e dell’onestà intellettuale, della collaborazione e dell’antidogmatismo… la scienza però ha anche avversari, che sembrano paradossalmente rafforzarsi via via che la tecnologia si dimostra sempre più efficace e pervasiva. Per questo il compito dello scienziato non può essere solo quello di studiare e spiegare la realtà intorno a noi, “fornendo a tutti pubblicamente le prove, i fatti, le evidenze a sostegno di ciò che scopre”, ma anche quello di “difendere queste evidenze nello spazio pubblico, ogni qualvolta rischino per qualsiasi motivo di essere manipolate. Un duplice ruolo quindi: dentro e fuori dal laboratorio, facendo da sentinella per l'intera società”.
Un discorso che acquista un significato particolare nella situazione italiana, dove sono forti e ricorrenti i richiami dell’antiscienza: lo insegnano vicende come quelle di Stamina o della Xylella. A questo riguardo Cattaneo ha anche ricordato alcune delle sue attuali battaglie, portate avanti sui banchi del Parlamento e sui media, tra cui quella per l’utilizzo degli OGM, la cui coltivazione e sfruttamento agricolo sono attualmente proibiti in Italia, e quella contro il ddl 998 su agricoltura biologica e biodinamica, recentemente approvato dal Senato nonostante l’intervento critico della stessa senatrice. “Ognuno è libero di mangiare quello che vuole, il problema è quando una pratica diventa legge dello Stato – ha spiegato durante il suo intervento –. Qui cominciano i problemi seri, non solo perché delle risorse vengono messe disposizione di questa sorta di terrapiattisti agrari, ma anche perché quando il pensiero magico entra in una legge non c’è più limite, è un punto di non ritorno. Un domani si potrà dire che due più due fa cinque: dipenderà solo dai rapporti di forza”.
Non solo la scienza e la libertà di ricerca sono messi in discussione: spesso oggi sono gli stessi ricercatori ad essere sotto attacco, come riporta Scholars at risk: Cattaneo cita a questo riguardo il caso di Ahmadreza Djalali, medico e ricercatore condannato a morte in Iran, assieme a quelli di Giulio Regeni e Patrick Zaky. Anche nei Paesi democratici però arrivano segnali preoccupanti su questo campo, con le minacce e le violenze a cui sono ad esempio sottoposti i ricercatori che si occupano di sperimentazione sugli animali o di argomenti oggi sensibili come l’epidemia da Covid-19. È dunque urgente, sostiene Cattaneo, lanciare “un’alleanza tra scienza e società”: c’è però bisogno di un rinnovato impegno da parte dei ricercatori, che non possono più limitare il loro campo d’azione a laboratori e biblioteche ma devono in qualche modo impegnarsi nel dibattito pubblico. “Il problema è che spesso parliamo di scienza senza sapere fino a che punto faccia parte della nostra vita di ogni giorno, e non dedichiamo abbastanza tempo a spiegarla. Mancano inoltre in Italia luoghi di confronto tra scienziati e politici, come i comitati permanenti presenti presso i parlamenti di alcuni Paesi: spesso la politica diffida della scienza e gli scienziati della politica”.